L’orrore dello sfruttamento minorile del Terzo millennio ha i volti e le voci di Ariane, di Merveille, di Ludovic. Sono loro i concasseurs, i bambini costretti fin da piccolissimi a spaccare pietre per dieci ore al giorno sulle colline del Benin, nel cuore di tenebra di quell’Africa nera che fu uno dei principali crocevia della tratta degli schiavi.
Il quadro che emerge è quello di una società distrutta dalla miseria e dalla corruzione
La schiavitù dei concasseurs, i bambini spaccapietre, nasce da una dinamica criminale innescata con la complicità delle industrie edilizie straniere, in gran parte di nazionalità cinese, che sfruttano il loro lavoro e poi acquistano le pietre utilizzandole per produrre cemento armato a basso costo.