Pitto ergo sum. Storie di B1

Antonio Curcio è nato a Palermo nel 1965. Cresciuto e laureatosi per le strade e i vicoli di Palermo, dopo vari tentativi mal riusciti di lavorare come una persona “per bene”, decide che in questa vita c’è una sola possibilità per lui che sia coerente con le cellule di cui è composto: fare un lavoro creativo. Dopo aver pubblicato una silloge di poesie e avere ricevuto un paio di premi letterari, che ha poi regolarmente perduto tra gli anfratti delle sue abitazioni e della sua vita, apre, nel 1996, la sua bottega in corso Vittorio Emanuele, che chiama Lo Studiolo. Si specializzerà sin da subito in una originale produzione di pittura su mattonelle, con cui si farà notare da artisti e amanti dell’arte “non ufficiale”. Dal suo Studiolo passeranno negli anni personalità come Philippe Daverio, artisti come Chips Mackinolty e Michael Keighery e tanti street artist di passaggio sull’isola, con cui stringe legami e collaborazioni. Sarà proprio uno di questi, un comasco, a convincerlo a portare “in strada” alcuni dei suoi lavori, quei lavori che fanno della critica sociale e dell’ironia il loro punto di forza. Le sue mattonelle agli angoli di strada diventano così un percorso originale e un controcanto alle più grandi opere di street art presenti sui muri di Palermo. Partecipa a numerose mostre, personali e collettive, e ha l’onore di aprire, con la compagna Giusi Di Liberto, la prima edizione dello Street Dream Festival di Caltagirone.